Intervista a Flavia De Sanctis – modellista
La mia cara amica Flavia è una modellista in una azienda di Firenze che produce borse. Ha studiato moda nella città che ha ispirato tanti artisti e poeti, e insieme abbiamo chiacchierato della preparazione di una sfilata di moda.
Uno degli orgogli italiani è proprio l’alta moda, e tanti miei studenti adorano vestire italiano! Flavia, per la sua tesi all’università, ha creato una collezione di moda, che poi ha fatto sfilare. Oggi ha condiviso la sua esperienza con me.
Io: Flavia, come inizia un processo creativo?
Flavia: Allora, innanzitutto è importante la ricerca, quindi osservare attentamente tutto ciò che ci circonda, che siano colori, forme, la struttura particolare di una casa…qualsiasi cosa, intorno a noi, può darci l’ispirazione giusta per iniziare un processo creativo. Per esempio io nel 2014 ho organizzato una sfilata a tema “Il Riciclo”. In questo caso, una fonte di ispirazione importante è stata la ricerca di materiali: sono andata in giro a cercare gli scarti, i prodotti inutilizzati. Alla fine ho scovato i copertoni dei trattori, che sono le camere d’aria delle ruote dei grandi macchinari agricoli.
Io: E come sei riuscita a lavorare i copertoni?
Flavia: Lavorarli è stato molto difficile, perché la gomma non è come la pelle. I copertoni delle macchine sono fatti principalmente di gomma, quindi quando si mettono sotto l’ago della macchina da cucire, tendono a tornare indietro. Questo fenomeno si chiama trazione. Per questo motivo ho dovuto fare una ricerca che mi ha portato da un sellaio, cioè una persona che si occupa di modellare selle per cavalli. Lui mi ha aiutato a cucire e a rifinire il materiale. Il sellaio ha inserito, sulla mia gomma, un’ulteriore balza di pelle e ha cucino quasi un centimetro di materiale.
Io: Hai inserito questi materiali in un portfolio?
Flavia: sì. Ho creato una “cartella colori”: quando si butta giù un progetto, questa è la base da cui partire. Nel mio caso, mi piaceva l’idea di contrapporre materiali pesanti come la gomma a materiali molto leggeri, come crêpe di seta, tessuti ricamati, gabardine di cotone.

Io: come facciamo a riconoscere la vera seta da tessuti con plastica?
Flavia: È molto semplice. Basta sfilare la trama del tessuto, cioè tirare i filetti, e bruciarne uno. Se questo filo ha l’odore dei capelli, vuol dire che il tessuto è naturale, è pura seta. Se invece forma un pallino nero, significa che dentro c’è della plastica.
Io: Oltre alla cartella colore, come si completa un portfolio?
Flavia: Si butta giù qualche schizzo dei capi d’abbigliamento, cioè dei disegni preparatori. Quando poi si è abbastanza sicuri di quello che si vuole creare, si passa al disegno vero e proprio, che io ho colorato con matite acquerellabili e pantoni, ovvero i pennarelli specifici per la moda, perché creano tantissime sfumature. Da qui, si passa poi alla progettazione.
Io: Tra i capi che hai creato, qual è stato il più interessante?
Flavia: Una maglia fatta interamente a mano con delle singole catene di metallo aperte e chiuse ogni volta per essere intrecciate. Il risultato è simile a una cotta medievale, quella che indossavano i cavalieri. I copertoni poi, una volta cuciti, hanno rivelato tutte le loro forme fluide e sinuose: lo si può notare bene nei colli degli abiti, nel monospalla e nella borsa.

Io: quanto ci hai messo a preparare una sfilata intera?
Flavia: circa sei mesi, e non è nemmeno troppo tempo.
Io: grazie mille per la spiegazione. Ti aspettiamo per nuovi progetti!
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