Questa è l’ultima parte della mia visita (o, come si dice in modo scherzoso, capatina) al supermercato: in fila alla cassa! La situazione non è diversa dal banco salumi (questo dialogo lo trovi qui): è come se tutti si conoscessero e fossero in confidenza tra loro. Una cliente prende in giro il giovane cassiere insieme a un suo collega! Direi che la cliente stava facendo un po’ la civetta, cioè stava flirtando, e il ragazzo era in imbarazzo.
PERSONAGGI
CASSIERE – Un ragazzo molto giovane che stava alla cassa, servendo i clienti.
COLLEGA – Il collega del cassiere, che però stava di spalle, guardando il computer.
DONNA – Una donna che stava cercando di mettere in imbarazzo il giovane cassiere.
ANGELO – un uomo che portava una cassa d’acqua sulla spalla.
CLIENTE – comparsa
IO – comparsa
RAGAZZA – comparsa
DIALOGO
IO: scusa, le uova?
CASSIERE: Guarda, proprio là!
Io: Oh, grazie!
CLIENTE: sa dov’è il torrone? …di cioccolato?
CASSIERE: guarda c’è rimasto qualcosina di fronte alla panetteria
CLIENTE: ahh ok
…………….
…………….
DONNA: Ti hanno insegnato…a non accettare le caramelle eheh dagli sconosciuuti! Ahah
CASSIERE: Peccato che ci conosciamo tutti qua!
COLLEGA: La signora mo ti vuole fa un regalo da mamma (1)
DONNA: Va bene, non è contento.
COLLEGA: Io capisco pure se si offende, ma non perché… però capisco il ragionamento che sta facendo… (2)
CASSIERE: Settananove e novantacinque. Ciao Vittò!
COLLEGA: Dalla mamma tua te la fai fa’ la calza? (3)
CASSIERE: Ma sci, è mia mamma! (4)
COLLEGA: Embè (4) che c’entra, pure io…magari avessi due torroni al cioccolato, qualcuno che mi fa la calza…
CASSIERE: ma statti zitto (5)…ciao, grazie!!! [rivolto a me] vuoi una bustina?
IO: nono, grazie
ANGELO [al cassiere]: Poggio qua e vado a prende una cassa d’acqua!
CASSIERE: tanto la ragazza dietro di te può aspettà! Non c’ha niente da fà! (6)
RAGAZZA: Eccerto! (7)
CASSIERE [a me]: e graziee buona giornata
IO: grazie a te buon lavoro
CASSIERE: Angelo vuoi ‘na bustina? (7)
ANGELO: Sì grazie.
(1) “mo” significa “adesso”, ma qui è usato solo come intercalare (tipo eh, beh, mah)! La signora voleva fare qualche regalo al povero giovane cassiere!
(2) Voi lo capite il ragionamento? Perché io no XD
(3) Farsi fare la calza (“dalla mamma tua te la fai fa’ la calza”) vuol dire farsi regalare una calza piena di cioccolatini, come è tradizione durante l’epifania! Il cassiere ha chiesto questo al suo collega più giovane, appunto perché è molto giovane! Come negli altri dialoghi, la frase è dislocata e il verbo fare all’infinito è troncato!
(4) Sci è il nostro “sì”, così come embè è la versione meridionale di “eh beh!”
(5) E perché a un certo punto il cassiere dice “statti zitto” invece di “sta’ zitto!”? Statti è l’imperativo del verbo starsi. È una costruzione che serve a rafforzare l’idea, nella lingua parlata è comune e si può usare. Altri esempi: “e beviti un caffè con me!”, “oh guardati questa serie tv, te la consiglio”.
(6) Invece non c’ha niente, all’orecchio di un italiano “studiato”, suona male: passiamo l’infanzia tra maestre che ci correggono quel ci prima dell’H!
(7) Ho trascritto Eccerto perché la pronuncia doppia è molto forte! Questo è un fenomeno che gli studenti devono conoscere e usare: si chiama raddoppiamento fonosintattico. Cos’è? Quando abbiamo una preposizione o altre parole molto brevi (di una sola sillaba), raddoppiamo la consonante della parola dopo. È come se pronunciassimo una parola sola, con una doppia. Per esempio, “vado a Firenze” si pronuncia vado affirenze; “che vuoi?” si dice chevvuoi?; “è vero!” diventa èvvero! Ecc. Sembra una regola non troppo importante, invece è una spia che chi parla non è italiano madrelingua!
Invece ‘na bustina è una forma del centro sud (tipica di Roma)!
Credo che ora siate preparati a fare la spesa in Italia, o almeno in Abruzzo!
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