Oggi sono andata a fare la spesa. Avrei voluto registrare i vari clienti, purtroppo però il distanziamento sociale non mi permette di avvicinarmi agli altri, poi di lunedì mattina tutti vanno di fretta e hanno facce tetre: non hanno voglia di scambiare quattro chiacchiere! Perciò ho registrato soltanto il mio ordine al reparto frigo. Forse non è la cosa più interessante, ma può essere utile come modello per ordinare qualcosa.
Prima di tutto, però, vorrei descrivere come funziona un supermercato italiano. Abbiamo i reparti formati da scaffali (come tutti i supermercati del mondo, eheh). Quello più fornito è sicuramente il reparto pasta: può essere un intero corridoio, dove trovate varie marche e sottomarche (tutte però mangiabili) e pacchi di diversi colori a seconda del tipo di pasta: all’uovo, integrale, con farine speciali, paste di formato piccolo come tempestina tubetti farfalline, paste lunghe come gli spaghetti o le linguine, le caserecce (un po’ più ruvide) ecc. Anche il reparto colazione è ben fornito, soprattutto di biscotti, marmellate e creme spalmabili tipo Nutella!
Invece i prodotti “speciali”, per esempio i panettoni a Natale o le uova di cioccolato a Pasqua, le trovate in mezzo alla strada, così che possiate finirci addosso e comprarli per forza.
Poi ci sono dei banconi o “banchi”: il banco frigo, come dappertutto, dove ci sono yogurt, ricotte confezionate ecc, e poi il banco salumi, la panetteria (che sarebbe il banco pane, ma non si chiama così), il banco carni e il banco pesce.
Al banco salumi ci sono i formaggi freschi e stagionati e tutti i tipi di insaccati: prosciutti, salame, mortadella, bresaola ecc. La differenza tra i prodotti al banco salumi e quelli al frigo, è che i primi sono freschi, appena tagliati o prodotti e assolutamente non industriali. Insomma, perché comprare una ricotta confezionata, quando posso prenderne una fresca di giornata?
Nei supermercati più grandi, c’è anche il banco pesce, dove si trovano i pesci consegnati dai pescatori o alcuni prodotti decongelati e da consumare in giornata. Non sempre il banco pesce è aperto: dipende da quando consegnano il prodotto! Al banco pesce, la commessa ti pulisce il pesce, se ne hai comprato uno o più interi: gli toglie le interiora. A volte può pure spinartelo, cioè togliere tutte le spine o lische, ma secondo me in questo processo si butta tanta polpa.
Allora, ecco la mia esperienza al banco pesci!
Signora Pesce: Apposto?
Cliente: Ci torno domani
SP: ok
Cliente: prendo il pane…
SP: ciao, arrivederci
Io: Ciao, mi puoi dare un trancio di salmone?
SP: intero?
Io: sì più o meno due etti… va bene va bene così
SP: poi?
Io: mi puoi dare anche un paio d’etti delle code di mazzancolle?
SP: le codine?
Io: sì
SP: poi?
Io: ehmmm basta così grazie
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[ci spostiamo alla cassa]

Cliente: mhmhmh grazie! Eheh
Cassiera: trentuno e settantacinque. Mica ha la tessera?
Io: ehmmm sì ce l’ho, un attimo
Cassiera: posso usare il contact?
Io: mm sisì
Cassiera: buona giornata
Io: grazie, buon lavoro! Ciao!
Come vedete il dialogo è piuttosto neutro e formale. L’unica cosa interessante, per chi si trova a comprare in Italia, è la misura in etti.
1 etto = 100 grammi.
Di solito, non chiediamo la quantità in grammi, per esempio: un etto e mezzo (150 gr) di prosciutto crudo; un paio d’etti (circa 200 gr) di formaggio ecc.
Altra cosa da notare: a differenza di altri paesi, in Italia molti si fanno scrupoli (cioè non sono convinti) a pagare con la carta. Anche i cassieri non sempre sono contenti se tu paghi con la carta, nonostante siano obbligati ad accettarla. Nel mio caso, la signorina alla cassa mi ha chiesto “contact?”, per sapere se poteva usare il metodo contactless: poggiare la carta sul model, senza inserirla, e senza nemmeno immettere, cioè scrivere, il pin.
Anche per voi è un problema?
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