Il 25 aprile in Italia si celebra la festa della Liberazione, cioè l’anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca e dal regime fascista.
Tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 molti italiani hanno combattuto nella Resistenza, o Guerra di liberazione. È difficile sapere quante persone vi abbiano veramente partecipato, ma sappiamo che erano soprattutto giovani e che il numero è cresciuto nei mesi.
L’Italia, durante la guerra, era stata alleata della Germania di Hitler e dei giapponesi. L’8 settembre 1943, però, il Re d’Italia ha firmato un armistizio con le potenze alleate (URSS, Inghilterra, Stati Uniti): cioè si è arreso, promettendo di cessare l’alleanza con i nazisti. Qualche mese prima, Mussolini era stato destituito, cioè tolto dal suo incarico, e sostituito dal generale Badoglio.
L’armistizio ha creato una situazione critica in Italia: i soldati tedeschi erano dappertutto sul territorio, e all’improvviso erano diventati i nemici. Il re, con il generale Badoglio, è scappato, e ha lasciato l’esercito italiano da solo. I cittadini hanno dovuto scegliere se restare con Mussolini o combattere contro di lui. Chi ha deciso di combattere contro di lui, è diventato un partigiano della Resistenza.
Mussolini ha fondato, nella Pianura Padana, una sua Repubblica Sociale, ancora alleata dei tedeschi. I fascisti chiamavano i partigiani “banditi”, che significa criminali.
Le persone che hanno fatto parte della Resistenza non erano organizzate in un esercito regolare, ma in gruppi di azione. Questi gruppi erano molto legati al territorio in cui si trovavano: montagne, fabbriche di città, strade, perché i partigiani avevano bisogno dell’aiuto della popolazione. Infatti, i cittadini potevano proteggerli, nasconderli, dare loro da mangiare.
Le donne hanno avuto un ruolo fondamentale: sono state combattenti vere, staffette (persone che portavano i messaggi), semplici aiuti (per esempio quando cucinavano o regalavano vestiti ai partigiani).
Per questo motivo in Italia, più che in Francia o in Inghilterra, la Resistenza è stata molto simile a una rivolta popolare, a una guerra civile.
I partiti antifascisti sono stati clandestini durante i 20 anni di potere di Mussolini, ma dal settembre 1943 si sono organizzati e hanno, a loro volta, organizzato i giovani partigiani. Hanno formato il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), con dentro comunisti, socialisti, democristiani, liberali. Tutti contro il partito nazifascista.
Nello stesso tempo, i soldati italiani sono restati allo sbando (cioè sono rimasti senza guida e né ordini, non sapevano cosa fare): molti soldati hanno cercato di tornare a casa, e spesso si sono uniti ai partigiani e sono rimasti in montagna per gli anni successivi. Ma tanti altri soldati, siccome non volevano fare parte dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana fascista, sono stati deportati nei lager.
Così, tra i partigiani c’erano persone con idee politiche molto diverse: antifascisti dei partiti di estrema sinistra, ex militari, giovani di varie classi sociali.
La guerra civile non è stata facile: nei primi mesi ci sono stati veri movimenti di rivolta, per esempio a Matera, in Basilicata. Soprattutto dobbiamo ricordare le 4 giornate di Napoli: in questi 4 giorni, i cittadini si sono liberati dei tedeschi prima ancora dell’arrivo degli alleati americani.
Nel frattempo, però, i nazifascisti hanno iniziato la deportazione degli ebrei, per esempio a Roma (il giorno è descritto molto bene nel romanzo La Storia di Elsa Morante). I tedeschi hanno anche iniziato a vendicarsi sulla popolazione civile (nella strage di Marzabotto sono morte 770 persone, compresi donne e bambini).
L’inverno del 1944 è stato durissimo, molto freddo. In più, gli Alleati non erano molto contenti del modo di fare guerra dei partigiani: volevano più organizzazione e azioni più regolari. Una canzone rappresenta bene quel periodo: si chiama Fischia il vento, urla la bufera. È una canzone russa (Катюшка), adattata in italiano.
I soldati americani sono arrivati in Italia tra gennaio e maggio 1944: lo sbarco con le navi è avvenuto ad Anzio, vicino Roma. L’esercito americano è riuscito a liberare Roma e tutto il Sud, ma poi si è fermato sulla Linea Gotica, cioè in Emilia Romagna.
I combattimenti, le rappresaglie, le imboscate (tutte azioni di guerra) sono state molto dure lungo la Linea Gotica, e il Nord Italia (con i suoi partigiani) è rimasto praticamente isolato tutto l’inverno. Nonostante questi problemi, i gruppi partigiani si sono organizzati e, dalla primavera del ’45, hanno iniziato a ricevere di nuovo gli aiuti aerei degli alleati: cibo, armi, vestiti. Anche la situazione in Europa finalmente migliorava, perché gli Alleati stavano liberando la Francia, la Polonia ecc.
Nell’aprile 1945, le forze partigiane erano pronte a fare azioni di liberazione: il 24 Genova e Milano, poi tutte le altre città. Quando hanno catturato Mussolini (28 aprile 1945) e lo hanno fucilato, la Liberazione era veramente compiuta.
Le persone hanno preso il corpo del dittatore Mussolini e lo hanno appeso in Piazzale Loreto a Milano.
La Resistenza ha lasciato un’idea di unione nel popolo italiano, perché tutti hanno combattuto contro un nemico comune. In più, molti ex partigiani e persone dei partiti antifascisti hanno formato il nuovo governo italiano.
Ho adattato il testo da questo articolo. Le foto e i video sono interessanti, se vuoi vederli.
Allego un file audio in cui leggo le lettere di alcuni partigiani che hanno combattuto e sono stati condannati a morte. Le lettere sono molto toccanti, descrivono molto bene l’amore per la libertà e il senso di un ideale per cui combattere, che tante persone hanno sentito in quei giorni.
Se vuoi leggere le lettere, clicca qui.
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