Svetlana ci parla del romanzo di Victor Lichaev: una guida tra i paesini della Russia alla ricerca delle radici della fede cristiana ortodossa.
Chi ascolterà Сannabina?
Guida un lettore ortodosso per le strade dei paesini russi.
Il protagonista principale attraversa la tentazione: lui è malato grave, porta l’icona miracolosa, elude i banditi…
Ma dentro di sé passa il mondo dall’incredulità alla fede, dai momenti di disperazione fino alla tranquillità.
Quante cose sono necessarie all’uomo per essere felice? Avere una casa, una famiglia, degli amici, vedere il sole e ascoltare gli uccellini che cantano. Magari ha bisogno di vedere un miracolo?
Il protagonista principale del libro, avendo vissuto tante difficoltà, si trova sul bordo del Destino, perciò lui si rende conto che il miracolo principale nella vita è la vita reale, che è data a noi da Dio. Solo Lui è capace di trasformare la nostra tristezza in gioia e la morte in vita, piena di luce e d’amore.
Ecco quel poco che ho trovato su Internet, in realtà ci sono più commenti.
Questo romanzo l’ho letto molte volte, la prima 15 anni fa. Mi l’ha consigliato la mia amica. Il libro mi ha impressionato moltissimo.
Cosa mi fa tornare su questo libro più e più volte? Penso il confine tra incredulità e fede.
Quando e dove e per quale motivo iniziamo a pensare al senso della vita? Questa è una storia semplice, come una favola, c’è dolore, e come una favola è piena di meraviglia e di felicità.
Il protagonista principale aveva appena saputo dal medico di essere gravemente malato. Ci sono due percorsi davanti al personaggio: la tentazione o la lotta. All’inizio la tentazione sembra troppo facile, in realtà è più difficile.
Michael Kireev, Il protagonista, nei primi momenti vive una tragedia: tutto ciò che lui ha pianificato sta sprofondando; alla fine c’è autocommiserazione e solitudine.
Solo una notte ha cambiato la vita di Michael: ha rinunciato alla terapia, ha accettato la malattia, ha venduto l’appartamento a Mosca, si è incamminato verso Stargorod (il suo paesino natale)
Poi incontra una ragazza, si chiama Sofia che è proprietaria dell’icona meravigliosa Odigitria. Sofia e Michael sono concittadini, lei chiede al nostro eroe di portare con sé l’icona per darla a sua zia a Stargorod. L’icona, inoltre, è ricercata dai banditi.
Mikhail lascia Mosca a maggio, va a piedi, è troppo faticoso per lui.
Ma non si lamenta, impara a vivere di nuovo, in connessione con la natura. Strada facendo incontra persone comuni, comunicando con loro Mikhail conosce la nuova Russia, non quella che conosceva prima. Lui non giudica nessuno, legge troppo, anche nel romanzo ci sono molte poesie dei poeti russi. Impara la vita animale, si cura di sé stesso con l’aiuto l’erbe, beve l’acqua delle sorgenti.
E la percezione di Mikhail del mondo intorno inizia a cambiare dopo il cambiamento del suo mondo interiore.
Come ha detto Serafim Sarovskij:“Stringi lo spirito di pace, e poi migliaia intorno a te saranno salvati”
Alla fine del libro, il nostro eroe trova libertà, amore e amici. Purtroppo Victor Lichacev è morto il 19 maggio 2003. Lui abitava a Dubna vicino Mosca. Era storico, giornalista, scrittore, drammaturgo, viaggiatore. Ha scritto pochi libri, ma in essi troviamo la fede in Dio e l’amore per la patria.
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